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L’industria dell’auto se la sogna una Barbie

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di Carblogger

Barbie, il film di Greta Gerwig, ha sbancato le sale americane nel suo primo week end di programmazione. Un fenomeno, in tempi difficili per il cinema. Battendo Oppenheimer, l’altra produzione di Hollywood uscita in contemporanea ma anche in coincidenza con il clamoroso doppio sciopero di sceneggiatori e attori.

A Barbie è piaciuto vincere facile: la storia del fisico americano a capo del progetto della prima bomba atomica poi andato in crisi per quella a idrogeno, non è vicina alle persone come quella della bambola più famosa del mondo. E’ dal 1959 che lei parla di noi. Sì, a femmine e maschi.

Ma Barbie, più che un film di Greta Gerwig (senza nulla togliere alla regista), è un film della Mattel, l’azienda Usa di giocattoli che ha inventato la bambola. Non l’ho visto (m’incuriosisce più Oppenheimer), ma se ho ben capito si è andati ben oltre il classico “product placement”. Qui il prodotto non è collocato, è protagonista. Tutto è “brandizzato” e tutto è sotto pieno controllo da parte del produttore cinematografico (e non).

L’industria dell’auto se la sogna una Barbie, che peraltro gira adesso anche in auto elettrica o in suv, tanto per mandare altri messaggi in sintonia. Certo, in pubblicità il settore delle quattro ruote ha sempre fatto “product placement”, ma senza riuscire a entrare più di tanto nel cuore dei consumatori. Con due eccezioni, forse, e la seconda non voluta. La prima è l’Aston Martin guidata da Sean Connery nel suo inarrivabile 007, quando però era un altro mondo, senza Internet e senza social. L’altra è Fast & Furious del 2001, l’inizio della saga.

Qui non si “brandizzava” come in Barbie, ma per i costruttori giapponesi è stata una manna dal cielo. Le auto dei produttori del Sol Levante erano sempre vincenti e le uniche a perdere erano quelle della polizia. Le americane. Specchio del mercato dell’auto statunitense di allora, questo film anticipò la crisi delle Big Three di Detroit con la bancarotta di Gm e Chrysler nel 2009. Hot Wheels davvero, non come le farebbe Mattel.

@carblogger_it

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